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VINO PASSITO: TUTTA LA DOLCEZZA ITALIANA IN UN CALICE

In un incrocio di colori ambrati, sapori vellutati e profumi morbidi, nasce quello che noi tutti oggi conosciamo come vino passito, un tipo di vino dolce che si annovera tra spumanti e vini da dessert.

Parliamo di un vino bianco o rosato dalle caratteristiche dolci e liquorose servito in piccoli calici a stelo lungo.

Se siete stati invitati ad una cena a casa di amici o parenti, sappiamo tutti che una bottiglia di vino è un regalo ben più che gradito. Non solo vini classici bianchi o rossi, ma anche vini da dessert sono sempre ben accetti. 

Noi di Winello saremo felici di raccontarvi tutte le particolarità del vino passito cercando anche di consigliarvi nella scelta più giusta.

COS'È IL VINO PASSITO: STORIA E CARATTERISTICHE

Se volete conoscere l'origine del vino passito, dobbiamo tornare indietro nel tempo fino all'età antica, quando l'Europa era popolata dalle grandi civiltà del tempo, partendo dagli Egizi, ai Fenici, ai Greci, agli Etruschi fino ad arrivare ai Romani.

Un episodio interessante da citare risale al III secolo a. C quando il generale cartaginese, nonché fratello del famoso condottiero Annibale, Magone Barca ci descrive il procedimento da seguire per la produzione di quello che è considerato l'antenato del Passito di Pantelleria, un famosissimo vino prodotto esclusivamente nell'isola di Pantelleria, in provincia di Trapani. 

Non acquisì subito il successo che gli attribuiamo oggi poiché considerato piuttosto mediocre. Molte leggende e curiosità sono state alimentate della dolcezza del vino passito. La storia della dea Tanit è una tra queste: era una divinità fenicia e cartaginese che, secondo la leggenda, riuscì a conquistare il ben volere degli Dei greci, in particolare di Apollo di cui era innamorata, fingendosi coppiera degli Dei e sostituendo l'ambrosia, loro bevanda abituale, con il mosto delle vigne di Pantelleria.

Mettendo, però, da parte per un secondo antiche storie e leggende, vediamo che dovranno passare molti secoli per inserire il vino passito tra i vini tipici italiani, più precisamente nel 1936.

Una volta conosciuta la storia del vino, la seconda domanda che possiamo porci è: da dove deriva il suo nome? dall' ”appassimento” delle uve dalle quali si ricava questo vino.

Si tratta semplicemente di un processo tramite il quale gli acini d'uva si arricchiscono di zuccheri grazie all'evaporazione dell'acqua data dall'esposizione dei grappoli d'uva al sole.

COME ABBINARE IL PASSITO

Il forte retrogusto dolce e zuccherato rende i vini passiti generalmente perfetti con dolci freschi, frutta secca o pasticceria secca. Un esempio di abbinamento raffinato si può avere con dolci tipici a base di marmellata.

È consigliabile bere un buon passito anche con aperitivi di terra a base di salumi e formaggi. Ma non solo: il passito è anche definito vino da meditazione o da conversazione, quindi anche con un buon libro, un sigaro o una persona speciale, lo si può gustare in tutto il suo sapore dolce.

PER VOI WINELLO CONSIGLIA...

… Un passito del Nonno di Dielle , prodotto da un'azienda toscana nata del 1977 che oggi è leader nel mercato italiano del vino e sta cercando di far conoscere il proprio marchio nel mondo.

Il processo di appassimento dura circa 24 ore facendo evaporare la parte d'acqua contenuta nell'uva. Dopo le 24 ore stabilite, il vino sarà decantato e travasato nei caratelli, ovvero delle piccole botti adatte al fine di conservare vini pregiati.  

Con 16% di gradazione alcolica e servito a una temperatura di 6°-8°, il passito del Nonno è caratterizzato da un sapore dolce e zuccherato e può essere abbinato a cantuccini o a pasticceria secca.

Vi abbiamo incuriosito almeno un po'?

Allora affrettatevi a vedere sul nostro sito quali tipologie di vini possono rientrare nei vostri gusti.